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Evitare i crolli di Ischia e le vittime di Torre Annunziata

Evitare i crolli di Ischia e le vittime di Torre Annunziata

 

I crolli e le vittime di Ischia seguono da vicino  nello spazio e nel tempo la grave tragedia di Torre Annunziata.

Come può un sisma di piccola-media magnitudo stroncare ancora oggi delle vite umane?

Come è possibile che la propria casa, dove si deve trovare sicurezza e rifugio, possa diventare una tomba a causa di crolli strutturali improvvisi senza un vero motivo?

C’è chi parla di “fatalità” ed “imprevedibilità” degli eventi naturali, di “sfortunati accidenti”, ma non è proprio così..

In un Paese a elevata sismicità come l’Italia, l’evento “sfortunato” è un sisma di magnitudo superiore a 5,5 gradi Richter, non il contrario…. E se anche dovesse accadere un tale cataclisma, gli edifici devono comportarsi in maniera tale da aumentare il più possibile le probabilità di sopravvivenza, lasciando il tempo a chi vi si trova dentro di fuggire prima di cadergli addosso!

Come evitare allora future disgrazie?

 

L’idea del Ministro Delrio: rendere obbligatorio il Certificato di stabilità dell’edificio

Dopo la sciagura di Torre Annunziata, il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio propose di rendere obbligatoria la Certificazione di stabilità dell’edificio.

In realtà, tale strumento è già presente nel cosiddetto Sisma bonus ma è solo facoltativo e prevede degli incentivi fiscali per i proprietari immobiliari che vogliono aderirvi spontaneamente.

Invece Delrio vorrebbe far applicare per la stabilità statica di un edificio la medesima impalcatura legislativa propria della Certificazione Energetica rendendola incentivante ed obbligatoria allo stesso tempo… In pratica, per poter vendere un appartamento, si deve redigere il Certificato di stabilità e, nel contempo, si ha diritto a delle agevolazioni fiscali ed economiche.

Effettivamente il Sisma bonus puramente facoltativo non ha ancora prodotto i risultati sperati, nonostante un buon sistema incentivante, che nelle situazioni migliori permette di ottenere una detrazione fiscale dell’85% degli interi costi sostenuti dal proprietario di un immobile per incrementare la sicurezza statica strutturale della sua abitazione.

A quanto pare, quindi, nella prossima Legge di Stabilità entreranno in vigore nuove norme antisismiche e anti-abusivismo. Ad annunciarlo è il Viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini: “Ci sono varie ipotesi in campo, il Ministro Delrio ha parlato di censimento degli immobili abusivi. L’altra ipotesi, che è complementare, è quella di un libretto del fabbricato, di un certificato dell’immobile del quale sia parte integrante il pacchetto delle misure antisismiche”.


 

I dubbi e le critiche dei tecnici e degli italiani sul Certificato di stabilità dell’edificio

Una prima voce autorevole si mostra critica nei confronti del Certificato di stabilità dell’edificio soprattutto per motivi concettuali. Così il professor Edoardo Cosenza, docente di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II di Napoli: “Non facciamo errori sull’onda dell’emotività. Ottima l’intenzione politica, ma non diciamo cose irrealizzabili. La compravendita riguarda singoli appartamenti. La sicurezza statica l’intero edificio. Quindi non si può obbligare a preparare e inserire un certificato statico - qualunque esso sia - negli atti delle singole compravendite che riguarda un singolo e non l’intero condominio. Non confondiamo con la Certificazione Energetica”.

Ci sono poi perplessità di tipo culturale.

Agli italiani proprietari di immobili (alcune decine di milioni) si demanda di attuare un subitaneo cambio di mentalità e di assorbire una nuova imposizione sul proprio bene immobiliare.

Sono ancora in molti a dubitare di questi obblighi normativi, temendo soprattutto di perdere tempo e denaro nella produzione di inutili carte burocratiche piuttosto che nel migliorare la sicurezza della propria abitazione.

In effetti sul patrimonio edilizio italiano gravano già gabelle e certificazioni di vario genere, non si deve correre il rischio di confondere con esse il Certificato di Stabilità dell’edificio.

Purtroppo, però, le carenze statiche degli edifici mietono vittime e non si può far finta di niente: occorre fattivamente agire e, se necessario, vincere la diffidenza pregressa della popolazione…

Come avere successo nel breve termine?

Noi avremmo un’idea, anzi due.


 

Secondo noi: Certificato di stabilità dell’edificio obbligatorio, ma valutando caso per caso

A nostro personale parere la criticità principale della proposta del Ministero delle Infrastrutture è nei tempi.

La sicurezza statica di un edificio ha urgenze e contingenze ben diverse rispetto alle prestazioni energetiche.

Intuite bene che rinviare un Attestato di Prestazione Energetica (APE), ossia il meglio conosciuto certificato energetico, al momento in cui si affittavende o compra un immobile non comporta conseguenze vitali.

Cosa che invece accade quando si parla della sicurezza di un edificio e, soprattutto, dell’incolumità e della vita stessa di chi vi risiede!

Quindi, è certa l’urgenza della Certificazione di Stabilità…

Passiamo ora ad analizzare la contingenza.

Realizzare tale certificazione, quanto meno negli atti di compravendita, sarebbe senz’altro un’arma in più per iniziare a sensibilizzare gli italiani sulla sicurezza dei fabbricati e indurli a valutare eventuali interventi di messa in sicurezza.

A nostro parere, però, sarebbe altresì oggettivamente complicato rendere obbligatorio a tutti e ovunque il Certificato di Stabilità dell’edificio.

Potrebbe accadere che quest’ultimo, più che un vero salvavita, sia considerato una fastidiosa vessazione impopolare… Quanto di meno auspicabile!

Noi vorremmo allora integrare la proposta ministeriale in questo modo: la Certificazione di stabilità obbligatoria, sì, ma nei casi a rischio maggiore, come ad esempio per le case site in zone ad elevata sismicità, oppure per gli edifici che devono essere avviati ad importanti ristrutturazioni o, ancora, per gli immobili che presentino evidenti e/o significative sofferenze strutturali.

Già che ci siamo, esponiamo una nostra seconda idea: attribuire maggiori responsabilità civili e penali alla figura del “Certificatore Statico”, in questo caso senz’altro gravato da più carichi professionali di un “semplice” Certificatore energetico.

In questo modo, due diverse vie convergono verso una effettiva sicurezza statica dell’edificio: (via numero uno) interpellare un tecnico specializzato (via numero due) quando se ne avverte un concreto bisogno. Costui sarebbe il principale responsabile cui fare riferimento per tutto ciò che riguarda la diagnosi ed il destino dell’edificio e potete stare… sicuri che difficilmente produrrebbe superflue scartoffie burocratiche!

 

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